Emilie Autumn: il disturbo bipolare e l’arte come cura

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Emilie Autumn è una violinista classica/elettrica, cantautrice e scrittrice statunitense. Ha pubblicato giá diversi album ed è conosciuta sopratutto nella scena musicale underground, per il suo stile musicale teatrale, che mescola il violino classico all’elettronica ed a strumenti come il clavicembalo. Il suo look eccentrico si ispira al periodo vittoriano, le cui atmosfere sono riportate in vita dai suoi spettacoli, che rapiscono, fermano il tempo, trascinano nella dimensione del sogno. Artista non troppo alla ribalta, ma sicuramente una grande gemma da scoprire. Non è però della sua musica che voglio parlarvi ora (anche se vi consiglio di ascoltare alcuni pezzi come: God help me, Shallot, Mad Girl, The art of suicide, Tale the pill, Gaslight; e tra i pezzi strumentali: Manic depression e Face the wall), ma è della sua storia di vita e del suo libro.

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W14A tatuato sul suo braccio è il numero della stanza in cui era rinchiusa durante il suo ricovero nell’ospedale psichiatrico, a causa del suo disturbo bipolare.

The Asylum for Wayward Victorian Girls è il suo romanzo autobiografico, che raccoglie diversi stili tra psicologia, l’horror e il fantasy. Scritto ed illustrato dall’artista stessa, nasce direttamente dai suoi diari reali; la storia inizia con il tentato suicidio di Emilie e l’immediato imprigionamento nell’ospedale psichiatrico. Emilie descrive esattamente cosa accade dentro questa casa degli orrori,
svelando segreti che il pubblico non potrebbe mai immaginare. Narrato con il tono caratteristico di Emilie, tagliente e sarcastico, il libro tratta di molte questioni che possono essere considerate controverse, e a volte persino pericolose (…) La storia prende un corso inaspettato quando, ancora all’interno del reparto, Emilie scopre l’esistenza di una dimensione parallela, un mondo che presto diventa inscindibile da se stessa.” 

L’Asylum parla di violini e fantasmi. Di corsetti vittoriani e cunicoli sotterranei. Di manicomi, orrore travestito da visi signorili, misteri e strane creature nell’ombra, musica, psicofarmaci e fughe in un’oscura Londra vittoriana.
La cosa che mi ha sempre colpito di questa artista è il modo in cui usa la musica per tenere insieme tutti i pezzi di se stessa, sempre pronti ad esplodere, a travolgerla, a cancellarla. La sua arte è un ponte tra la sua malattia ed il mondo esterno.

“Il punto è che il disturbo bipolare crea una distanza tra me e la società in generale, non un rapporto o una vicinanza. L’uso delle mie differenze mentali all’interno della mia arte è un tentativo di incorporare me stessa o gli altri con trucchi simili nella società e, così facendo, renderla di fatto più sana. È vero -e lo è sempre stato- che ciò che ti rende diverso ti rende speciale, e ciò che ti rende speciale ti rende capace di fare davvero grandi cose, ti dà il potere di cambiare il mondo. Questo vale per tutti, perché ogni persona possiede qualcosa di diverso -qualcosa che potrebbe essere realmente unico per ognuno- e invero non è importante se si tratta o meno di un problema mentale. Tutti abbiamo qualcosa e in questo siamo uniti.” Emilie

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Nel link sottostante, troverete la traduzione del suo libro in lingua italiana. Il libro tratta di diverse vicende realmente vissute da Emilie, come il tentativo di suicidio, riflessioni sull’autolesionismo, il rapporto con i farmaci, l’aborto, l’ospedalizzazione. La sua sensibile narrazione intrecciata al suo mondo mentale, popolato dai personaggi piú strani, intessono una storia al limite tra il reale ed il fantastico, un viaggio come quello di Alice dopo la caduta nella tana del Bianconiglio.

Vi consiglio di iniziare a leggere, di iniziare questo viaggio irripetibile con lei, per scoprire che alla fine, il confine che separa pazzia e sanità mentale è un confine molto sottile dentro ognuno di noi.

LIBRO TRADOTTOhttps://theasylumforwaywardvictoriangirlsitaly.wordpress.com/

Pagina FB traduzioni canzoni e libro:
https://it-it.facebook.com/EmilieAutumnTraduzioniInItaliano

Sito ufficiale Emilie Autumn: http://emilieautumn.com/

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Estratti dal Libro:

Fu il cane a trovarmi. Lo sentii piangere fuori dalla porta del bagno, ma sembrava molto lontano. Non ero più lì; ero sdraiata in un campo di alta e soffice erba (abbastanza alta da nascondermi se qualcuno fosse venuto a cercarmi). L’erba si muoveva intorno a me, ma non c’era alcun suono; ero come un pesce steso sul fondo del mio comodo acquario, tra le anemoni di mare e piccoli cespugli. Sentii il leggero tocco di tre raggi di sole inondarmi e desiderai dormire per sempre. Non avevo paura, né ero in panico; Mi sentivo sollevata… sollevata perché avevo preso la mia decisione e la stavo attraversando, e in quel momento non c’era nient’altro da fare, se non aspettare e restare sdraiata, aspettare e restare sdraiata, aspettare e restare sdraiata… Tutti i miei alti e bassi, il mio su e giù, il mio “essere o non essere” erano finalmente finiti. Non avevo rimpianti. Ero in pace, e quella era una sensazione che non avevo mai provato fino ad allora. Ero in pace. Ero in pace. Ero in pace…

Poi ci furono delle braccia a sollevarmi, voci che mi urlavano nelle orecchie. Fui scossa violentemente mentre mi versavano in gola perossido di idrogeno. Non c’era la luce del sole, niente erba, solo il pavimento di un bagno sporco, e tutto quello che desideravo era tornare a dormire.

***

Mi ero sempre vergognata di essere una maniaca depressiva. Che diritto avevo, pensavo (e ancora lo penso), di essere depressa, quando ci sono persone in questo mondo che soffrono molto di più nelle loro vite rispetto a me?
Mi vergognavo di avere una malattia che nessuno poteva vedere, ma ora, ne avevo la prova. Avevo dei sintomi visibili, e non avrei mai più dovuto giustificare me stessa.
Ho imparato presto che al contrario, avrei passato la mia vita a difendere me stessa.

***

La cosa peggiore dell’essere bipolare o malato mentalmente in qualunque modo, è che ogni volta che sei legittimamente triste,
ogni volta che sei veramente arrabbiato, e con buone e giuste ragioni, ti sarà detto che stai sentendo tutto ciò a causa della tua malattia. Ogni volta che il tuo ragazzo fa lo stronzo, e tu glielo fai notare, questo è quello che ti sentirai dire, quindi abituati: “Hai preso le tue medicine?”
Una vita di non-credibilità, anche tra quelli che amate.
Questo è quello che sembrerai. Specialmente tra quelli che ami e che pensano di conoscerti. E l’equivalente eterno, che ti verrà chiesto è se è questo il tuo ‘tempo del mese’ ogni volta che ti senti triste. Se questo non ti fa venire voglia di ucciderti, allora non so cosa può fartelo venire…

***

Ho sentito dire che l’ospedale psichiatrico è descritto come un posto dove le persone stressate possono “riposarsi”.
Ma non c’è alcun riposo.
Passo ogni momento a guardarmi le spalle, proteggendomi sia fisicamente che mentalmente. Dovrei farlo? Forse no ma ho realizzato qualcosa di molto ironico sulla vita qui nel reparto di massima sicurezza: qui non ci può essere nessuna sicurezza. “Massima sicurezza” si riferisce ai tipi di pazienti che ci sono qui — il livello di “pazzia” a cui ci riferiamo; non ha niente a che fare con la nostra sicurezza. (…)  a nessuno importa di quello che ci viene fatto o quello che ci facciamo l’un l’altro, a patto che ci troviamo nella stanza giusta all’ora prestabilita, mangiamo quello che ci viene dato, camminiamo attorno alla terrazza circondata dal filo spinato quando ci viene comandato, e ci mettiamo in coda per prendere le nostre pillole tre volte al giorno. Non sono del tutto sicura di che cosa dovrebbero fare qui dentro. Io per prima, non ho ricevuto nessun trattamento di alcun tipo. Sono stata completamente dimenticata tranne che dal consulente Chris, che mi chiede dei consigli su come si dovrebbe comportare con sua figlia adolescente.

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